«Commuters» per condividere ovunque il tema senza equivoci . Pendolari cioè. Colti nel viaggio prevalentemente ferroviario, composto da treno e metro tra Legnano e Cassina de Pecchi. In un momento di sospensione muta priva di considerazioni, sorrisi, risentimenti. Nello scorrere di paesaggi ipnotici. Attesa pura. Minuti, mezze ore di condizione umana insondabile. Pezzi di vita, per così dire, connettivi. Fra sonno e lavoro o, al ritorno serale, fra livida noia e attesa del prossimo tepore domestico. Commuter anch’io, da anni. E solo da poco guarito dall’insensibilità catatonica del viaggio: pochi mesi. Guarito (valutando razionalmente), grazie alla voglia di fotografare, di rapportarmi con l’estetica decadente e vagamente funesta di quelle luci e di quei volti anonimi e universali. E forse anche grazie alla meno lucida ambizione di recuperare, alla coscienza sociale ed alla storia minuta, quella quotidianità priva di eventi, di parole e di memoria.
Archive for the fotografi Category
Commuters di Luca Napoli
Posted in fotografi, racconti, video with tags Commuters, ferrovie, flickr, luca napoli, milano, pendolari, stazione, treni on 21 dicembre 2009 by Mario Macaluso“Il labirinto” messicano di Juan De la Cruz
Posted in fotografi with tags juan de la cruz, labirinto, Messico, Mexico on 9 dicembre 2009 by Mario MacalusoTorniamo ancora una volta in america latina pubblicando alcune immagini di un giovane fotografo messicano, Juan De la Cruz. Le immagini sono una parte del lavoro intitolato “Il labirinto” e sono accompagnate da una breve intervista, realizzata nello scorso novembre, dal nostro amico fotografo Edvard Ciani
IiBN: «Juan, stai lavorando ad un progetto che si chiama “Il labirinto“, cosa ci puoi raccontare su di esso?»
JDLC: «Il labirinto è il risultato di un processo di introspezione iniziato 4 anni fa, è un viaggio nella parte più buia e luminosa della mia anima, un viaggio al centro del mio universo, una guerra che ogni giorno combatto dentro me stesso, si manifesta nelle immagini che vengono dal mio profondo, è un conoscere i demoni e le virtù che mi fanno palpitare, con i quali sono nato e che mi danno una singolarità in questa vita, non tanto con l’obiettivo di conoscerli per dominarli, ma per conciliarmi con essi.»
«E’ quindi un lavoro molto personale, che trova il filo conduttore delle immagini nelle espressioni quotidiane e popolari del mio paese.»
They need our help
Posted in fotografi with tags abruzzo, bianco e nero, calamità naturale, christian fossati, disaster, disastro, earthquake, fotogiornalismo, fotografia, fotografo, l'aquila, photographer, photography, photojournalism, reportage, terremoto on 20 aprile 2009 by aconeyislandFoto di Christian Fossati
L’Aquila, Abruzzo, Italia
293 morti
1500 feriti
28ooo senzatetto
Hanno bisogno del nostro aiuto
E’ possibile effettuare donazioni attraverso la Croce Rossa Italiana tramite Paypal o carta di credito.
Aiutate le vittime del terremoto.
Photos by Christian Fossati
L’Aquila, Abruzzo, Italy
293 dead
1500 injured
28ooo displaced
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You can donate as much as you can to the italian Red Cross with your Paypal account or with your credit card.
Please give them a hand.
Sanders McNew
Posted in fotografi with tags donne, fotografo, nudo, photographer, portrait, portraits, professioni, ritratti, ritratti femminili, ritrattista, ritratto, sanders mc new, women on 22 dicembre 2008 by GiuliaSanders McNew è un ritrattista statunitense. I suoi lavori, realizzati su pellicola in bianco e nero, sono incentrati principalmente su soggetti femminili. di cui spesso vengono citati professione e città d’origine. Abbiamo avuto occasione di discutere con l’autore le motivazioni alla base di questo suo progetto e di conoscere meglio il suo approccio alla fotografia, nell’intervista che riportiamo qui sotto.
IiBN: «Abbiamo molto apprezzato la sua serie di nudi femminili in cui ogni modella è presentata citando la sua professione. Come è nata questa idea e come si è sviluppata?»
Francisco Mata Rosas
Posted in fotografi with tags America Latina, Cuba, fotografia, fotografo, Francisco Mata Rosas, Messico, Mexico, photographer, reportage on 15 settembre 2008 by Mario MacalusoContinua il nostro viaggio ideale nell’America Latina attraverso lo sguardo di alcuni fotografi che ci hanno particolarmente colpito per il loro modo di lavorare.
Dopo Tomas Munita, è la volta di Francisco Mata Rosas, nato a Città del Messico nel 1958, e laureatosi in giornalismo e fotografia nei primi anni ’80.
Le sue immagini sono state pubblicate su importanti testate internazionali, tra cui The New York Times, The Los Angeles Times, La Jornada, Milenio, La Riforma e The Independent Magazine, e sono state esposte in musei e gallerie in Messico, Olanda, Germania, Francia, Scozia, Inghilterra, Giappone e Stati Uniti.
Mata Rosas ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui quello alla Biennale di fotografia messicana nel 1988, il Premio d’onore per il bicentenario della Rivoluzione francese nel 1989, e quello in occasione del terzo premio annuale Mother Jones Photography, nel 1993.
La sua prima pubblicazione è stata Sabato de Gloria (Grupo Deseo, 1994). Successivamente sono stati dati alle stampe Litorales (Centro de la Imagen, 2000), una raccolta di immagini panoramiche delle spiagge Messicane riprese con una toy-camera e Mexico-tenochtitlan (Fra, 2005).
Oggi Francisco continua a lavorare con le sue toy-camera e le sue immagini sono pubblicate e diffuse su Internet (tramite il suo sito personale e il suo spazio su Flickr) e su testate di diversi paesi di tutto il mondo.
Francisco Mata Rosas ci ha concesso un’intervista che riportiamo di seguito.
IiBN: «Francisco, abbiamo visionato i tuoi lavori sul tuo sito e abbiamo particolarmente apprezzato i reportages sul Chiapas e su Cuba. Puoi raccontarci qualcosa su come questi lavori sono stati concepiti e realizzati?»
FMR: «Nel caso del Chiapas, il mio approccio è stato di tipo fotogiornalistico, cercando di riportare le notizie in prima battuta; l’interesse per il tema e la mia precedente esperienza come fotogiornalista durante la guerra in El Salvador, nel 1989, mi hanno motivato a sviluppare un lavoro di maggiore profondità, tramite il quale sono andato a ricercare le cause e gli effetti del conflitto. Continua a leggere
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